Il lupo perde il pelo ma non il vizio! Anche per il poker questo detto calza a pennello e mentre ai tempi di Giacomo Casanova (1725-1798), il celebre avventuriero e il suo compare Domenico Scarlatti, imbrogliavano le carte riuscendo a non farsi smascherare. Ai nostri tempi c'è chi con la stessa astuzia ha truffato, truccando un software per il gioco del poker on line, ma è stato scoperto. Sembrano lontani anche i fatti e le memorie di bische clandestine magistralmente dipinti nei libri del "professore" Giovanni Bruzzi, grande esperto di gioco d'azzardo.
Agli antichi trucchi invogliati dalla luce soffusa, che non favoriva la vista delle carte, ma che elargiva la possibilità di manipolarle, alla pratica di confondere le carte con gli scarti o di avere come temuto avversario il proprio compare, si sono sostituiti imbrogli più tecnologici ed efficaci: la possibilità di vedere le carte degli avversari.
Circa un anno fa, alcuni frequentatori abituali di Absolute Poker si sono insospettiti per alcuni strani movimenti relativi agli account di certi giocatori di poker on line. Questi furbamente vincevano cento volte più velocemente, di ogni altro partecipante. Grazie a queste segnalazioni, si è aperta un'inchiesta all'interno dell'azienda ed è emerso che alcuni dipendenti truffavano, da circa tre anni i clienti, attraverso un bug del software che consentiva di vedere le carte degli avversari. La Commission, organo che rilascia le licenze per aprire i casinò e le poker room online ha multato per 500mila dollari l'Absolute Poker per non aver denunciato questo bluff e per aver cancellato i log delle sessioni di gioco.
Sotto accusa Scott Tom, ex-CEO dell'azienda, che con un super-account, riusciva a visualizzare in tempo reale le carte in mano a tutti i giocatori. Questo uso illecito, dell'apparato informatico che regge le poker room virtuali, ha recato molti danni. In primis l'immagine di Absolute Poker che ne è uscita distrutta. La società si è dichiarata estranea ai fatti e si è resa disponibile, collaborando per le indagini con le autorità.
Dietro a questa operazione truffaldina, c'era anche Russ Hamilton, celebre campione di poker, vincitore nel 1994 del main event World Series of Poker championship. Le indagini procedono da un anno e hanno coinvolto anche un sito affiliato l'UltimateBet.
La storia è simile: analizzando i dati di gioco di un assiuo frequentatore dal nickname NioNio, è emersa una vincita ai margini delle possibilità umane: 300mila dollari, vincendo tredici delle quattordici partite di un torneo online. L' UltimateBet entro novembre dovrà distribuire 7,6 milioni di dollari ai giocatori ingannati, è sarà costretto ad allontanare ogni dipendente non indicato come idoneo dalla Commission. Un intervento ci sarà anche sul sistema che verrà riconfigurato in modo da evitare altri episodi del genere e saranno registrati e salvati tutti i log delle sessioni di gioco, previa la sospensione della licenza.
Di strada ne abbiamo fatto da quando Casanova il seduttore, l'avventuriero, il baro si lasciava andare ad ammissioni raccontando: "Potevo star sicuro, che quel famigerato baro non mi aveva messo l'occhio addosso per spennarmi e così, visto che non potevo dubitare che sapesse veramente il segreto per vincere e che mi offriva la metà del guadagno, misi a tacere ogni scrupolo e gli promisi il mio appoggio".
Chissà quali saranno le parole di difesa di Russ Hamilton di fronte alla giustizia. Sicuramente sarà annoverato come uno dei primi ad aver organizzato un eclatante baro nell'epoca di internet, con il primato di non averla fatta franca. Sapremo qualcosa di più nell'atteso reportage "60 Minutes" in merito a questi due scandali, i primi a scuotere l'opinione del vasto mondo del poker on line.
Chiara Nicolodi
fonte:pokernews.com