martedì 12 maggio 2009

Riciclaggio di denaro sporco, ciclone sulla Cassa di Risparmio di San Marino


Attività bancaria e finanziaria abusiva, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro sporco con false fatturazioni e truffe ai danni dello Stato italiano. Sono questi i reati per i quali il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Forlì, in collaborazione con la Polizia di Stato, ha eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare (una ai domiciliari) nei confronti dei vertici di una banca sammarinese e di un gruppo bancario italiano con sede a Bologna.

In manette sono finiti il presidente della Cassa di Risparmio di San Marino, Gilberto Ghiotti; il direttore, Luca Simoni, e l'amministratore, Mario Fantini, a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari. Le ordinanze di custodia cautelare che hanno interessato anche il direttore di Carifin S.A., Gianluca Ghini ed il vice presidente del Gruppo Delta, Paola Stanzani. L'operazione, coordinata dai pm di Forlì, Fabio Di Vizio e Marco Forte, ha toccato le città di Rimini, Cesenatico (Forlì-Cesena) e Bologna, dove sono avvenuti concretamente gli arresti, e
Bologna e Roma, dove sono state perquisite le sedi rilevanti per le indagini documentali della holding finanziaria Delta, partecipata dalla Carisp sammarinese (a Bologna) e Sedici Banca (a Roma).

La nuova inchiesta non sarebbe che un'ulteriore svolta di una maxi-inchiesta partita nel 2007, la cosiddetta indagine "Re nero", quando la Procura di Forlì strinse il cerchio sui rapporti tra l'istituto bancario del Titano Asset Banca e la Banca di Credito e Risparmio della Romagna, con sede a Forlì. Il secondo sviluppo dell'indagine si verificò nel giugno del 2008 quando le forze dell'ordine forlivesi bloccarono un furgone con 2,6 milioni di euro, che uscivano da un conto corrente intestato alla banca sammarinese e aperto in una filiale di un istituto nazionale italiano, a Forlì.

Lavorando sui flussi di denaro collegati a questo conto corrente, gli inquirenti avrebbero quindi individuato una corposa negoziazione di assegni nelle finanziarie collegate alla banca del Titano. Per gli inquirenti il denaro, milioni di euro, sarebbe essenzialmente il frutto di distrazioni di somme societarie e, in definitiva, somme sottratte al fisco. Lo avrebbero confermato alcuni imprenditori protagonisti della negoziazione di assegni, che avrebbero confessato agli investigatori di aver fatto del "nero".

fonte:www.romagnaoggi.it