MILANO (Reuters) - Dieci persone sono state denunciate dalla Guardia di Finanza di Como al termine di un'indagine su una truffa ai danni di centinaia di persone, in gran parte donne affette da anoressia e bulimia, che sarebbe costata alle vittime complessivamente 13 milioni di euro.
Lo hanno riferito oggi le Fiamme Gialle in un comunicato.
I militari hanno annunciato che 10 persone sono state denunciate per "associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni di oltre 400 persone, alla truffa aggravata per il conseguimento di indebite erogazioni pubbliche da parte del Servizio Sanitario Nazionale" e che alcuni di loro avrebbe esercitato abusivamente "la professione di medico e psico-terapeuta", mentre quattro in particolare sono accusati anche di violenza sessuale.
La Gdf ha detto di aver sequestrato due conti bancari, un edificio di Como e un appartamento a Campione d'Italia, che veniva usato come studio.
I militari hanno anche "spento" due siti web che sarebbero stati utilizzati nella truffa (www.casadap.it e www.sintesiweb.org) e monitorato transazioni per un valore superiore ai 13 milioni di euro.
Secondo gli investigatori, al centro della truffa c'era un'associazione ufficialmente senza scopo di lucro, il "Forum Crisalide", che si presentava come centro d'ascolto "con lo scopo di fornire, poi, un supporto psicologico alle persone sofferenti di disturbi dell'alimentazione". Ma in realtà, dicono i militari, l'associazione verificava quali erano le disponibilità economiche delle persone che si rivolgevano al suo servizio, indirizzandole poi a due cliniche, una a Como e l'altra in Svizzera.
A guidare l'organizzazione, dice il comunicato, era un cittadino svizzero, direttore del "Forum Crisalide e responsabile delle 'cliniche'".
"Quest'ultimo evidenziava, sul proprio sito internet, titoli accademici conseguiti presso alcune università sparse nel mondo ed, in particolare, quelle statunitensi risultando titolare anche di cattedre universitarie in paesi dell'est europeo", dice la Gdf. "Inoltre, il soggetto accostava la sua figura a quella di famosi psichiatri italiani ed esteri. Alcuni dei responsabili delle due case di cura, tutti di cittadinanza italiana, vantavano titoli analoghi a quelli del soggetto svizzero".
I militari hanno cominciato a raccogliere le testimonianze delle pazienti, anche grazie a un numero di telefono dedicato, e dicono che i "metodi di 'cura' praticati nelle cliniche... prevedevano, tra l'altro, la prescrizione di psicofarmaci, diete, massaggi terapeutici e, in alcuni casi, anche approcci di natura intima".
fonte: http://it.reuters.com/article/entertainmentNews/idITMIE52J0GV20090320