domenica 26 aprile 2009

Anziani ottantenni derubati di tutto dai falsi conoscenti


Truffatori in fuga con 40mila euro in gioielli. Si sono finti amici di vecchia data della figlia

TORINO 23/04/2009 - Paolo e Maria, due pensionati ultraottantenni, sono disperati.Un uomo e una donna educati e ben vestiti li hanno ingannati e si sono impadroniti dei loro ricordi. Davvero ricco il bottino dei truffatori, fuggiti con ori e gioielli del valore complessivo di circa 40mila euro. E’ successo ieri pomeriggio, poco prima delle 15, in via Mombasiglio, nel cuore di Santa Rita.
«Ci hanno aspettato davanti all’ascensore - raccontano Paolo e Maria (i nomi sono di pura fantasia) - e si sono presentati dicendo di aver acquistato da poco un appartamento nel nostro condominio. Hanno detto di essere vecchi amici di nostra figlia, di cui conoscevano il nome, hanno chiesto di poter vedere la nostra casa, e noi abbiamo aperto». I truffatori, «un uomo e una donna sulla quarantina», sono entrati e si sono accomodati in cucina.

«Abbiamo chiacchierato un po’ - ricordano le vittime - poi hanno detto qualcosa di strano. La donna ci ha spiegato che dovevano nascondere qualcosa che adesso non ricordo, e ha chiesto di accompagnarla in luogo sicuro. A noi è sembrata una richiesta inusuale, ma avevano detto di essere amici di nostra figlia, e non ci siamo insospettiti più di tanto». Paolo è rimasto in cucina con l’uomo. Maria ha accompagnato la donna a «fare un giro per la casa». Un giro in cui la truffatrice, dimostrando una certa esperienza, è riuscita a distrarre l’anziana e, una volta individuato il luogo in cui erano custoditi i gioielli, ha fatto razzia di tutto ciò che ha trovato. «C’erano gli ori di famiglia. In tutto, circa 40mila euro di roba».

Ciò che fa disperare l’anziana coppia non è però il valore economico. «Quegli oggetti - spiegano gli anziani - erano molto importanti per noi, soprattutto dal punto di vista affettivo. Alcuni, ad esempio, li avevamo ereditati dai nostri genitori. Erano ricordi insostituibili, e ce li hanno portati via. E’ questa la cosa che ci fa più male». Del caso si occupa la polizia, che, rilevate le impronte nell’appartamento, le confronterà con quelle contenute negli archivi. I truffatori, molto sovente, sono recidivi. E una volta usciti dal carcere, tornano immediatamente in azione. I due di Santa Rita «parlavano in piemontese». Un elemento, questo, che fa concentrare l’attenzione degli investigatori sul mondo dei sinti che, insegnano le cronache cittadine degli ultimi mesi, nel campo delle truffe agli anziani non conoscono concorrenti.

fonte:www.cronacaqui.it