mercoledì 29 aprile 2009

Ordine di acquisto dall'Inghilterra tentata truffa da 13mila euro


Un uomo, fingendosi un manager, ha ordinato via email merce per tremila euro pagando con un assegno da 13mila. Il resto voleva che l'azienda parmigiana lo depositasse sul suo conto correnteUn ordine di acquisto da oltremanica. Dietro la richiesta una truffa tramite assegni. Protagonista del tentativo di raggiro un'azienda parmigiana della quale non può essere svelato il nome perchè le indagini sono ancora in corso.

All’inizio del mese di aprile un inglese prende contatti con una ditta che reclamizza la propria attività con un sito internet ricco di immagini e spunti storici. Dopo qualche giorno il referente decide di acquistare 3mila euro di merce e in quel momento svela la propria identità: anziché un privato cittadino ci si trova di fronte a un dirigente di una fantomatica società inglese. Definiti gli ultimi particolari sulle spese di trasporto lo stesso manager chiede che la spedizione venga effettuata in tempi ristretti e chiede di pagare con un assegno che avrebbe inviato immediatamente a saldo sia della merce che del corriere espresso utilizzato.

Da lì a qualche giorno è arrivato a Parma un assegno in sterline per l’equivalente di 13mila euro con le modalità per la restituzione di circa 9mila euro da accreditare su un conto corrente bancario del Regno Unito. In quel momento al titolare dell’ azienda si è acceso il dubbio che dietro alla vendita di quella merce si potesse nascondere una truffa in piena regola. In particolare ad acuire l’attenzione sull’operazione sarebbero stati i tempi fra il deposito dell’assegno e l’eventuale arrivo della merce. Per depositare l’importo di un assegno in arrivo da Oltremanica servono circa 20 giorni fra il periodo di cambio valuta, le verifiche bancarie e l’iscrizione vera e propria sul conto corrente.

E’ facile pensare che una volta depositato l’assegno i truffatori avrebbero ottenuto circa 9mila euro sul conto corrente oltre alla merce per circa 3mila euro e da quel momento in poi sarebbero scomparsi. Sono così stati attivati i controlli bancari di rito da cui sarebbe emerso che la società in questione non avrebbe mai emesso quel titolo di credito e non avrebbe mai preso alcun contatto per forniture di quel tipo. Sentita la puzza di bruciato l’ azienda parmigiana avrebbe deciso di non inviare la merce e di consegnare quell’assegno agli inquirenti in modo che possa essere fatta chiarezza sulla vicenda e fare in modo che i truffatori vengano fermati.
di Silvio Marvisi

fonte:parma.repubblica.it