mercoledì 17 giugno 2009

Truffe sui mutui-casa: l’ex poliziotto confessa


Franco Perciante, 51 anni, l’ex agente della polizia di Stato, finito in carcere con l’accusa di associazione per delinquere, ha vuotato il sacco. In occasione dell’interrogatorio di garanzia, Perciante avrebbe risposto a tutte le domande e ammesso le proprie responsabilità e, sia pure indirettamente, quelle degli altri soggetti che, in concorso, avrebbero avuto un ruolo nella commissione degli episodi di reato contestati all’ex poliziotto del settore di frontieraLa blindatura del suo interrogatorio consiglia l’uso del condizionale, ma la sostanza è che una delle otto persone colpite mercoledì scorso dalle ordinanze cautelari chieste dal pm Antonella Politi per la gigantesca truffa ai danni delle banche, ha parlato. Si tratta di Franco Perciante, 51 anni, ex agente della polizia di Stato, finito in carcere con l’accusa di associazione per delinquere. In occasione dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Eduardo Bracco - il magistrato che ha emesso le misure - Perciante avrebbe risposto a tutte le domande e ammesso le proprie responsabilità e, sia pure indirettamente, quelle degli altri soggetti che, in concorso, avrebbero avuto un ruolo nella commissione degli episodi di reato contestati all’ex poliziotto del settore di frontiera. Forse non è esatto definire quella di Perciante una confessione, tanto meno una forma di collaborazione con l’autorità giudiziaria. Più semplicemente, l’indagato ha fornito elementi di ammissione e di riscontro al quadro probatorio ricostruito dalla guardia di finanza durante la fase istruttoria dell’inchiesta.


Diametralmente opposta la strategia difensiva degli altri arrestati. Giuseppe “Pino” Scordato, 51 anni, titolare della concessionaria Autopiemme di Sanremo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Identico l’atteggiamento di Mauro Vincenzo Bellone, 55 anni, agente immobiliare: il suo colloquio con il gip, avvenuto in carcere, è durato appena dieci minuti, giusto il tempo per ascoltare la lettura dei capi d’imputazione e firmare il verbale. Gli altri interrogatori, condotti su rogatoria del giudice Bracco, avrebbero registrato lo stesso esito: scena muta. Restano ancora da sentire Anna Patrizia Brambilla, 41 anni, arrestata a Milano al suo rientro dagli Stati Uniti, e Luca Todisco, 27 anni, di Roma, promotore finanziario. I loro interrogatori sono fissati per domani mattina, rispettivamente nel carcere di San Vittore e in quello di Rebibbia.

Sul ruolo e le responsabilità di Franco Perciante, l’interrogatorio avrebbe - come detto - confermato i gravi elementi indiziari raccolti dalla finanza. Una figura tutt’altro che marginale, quella dell’ex poliziotto, ma che nell’ambito dell’inchiesta viene direttamente chiamata in causa per tre episodi relativi ad altrettante pratiche di mutui ipotecari per l’acquisto di immobili. «Si interessava di entrambe le tipologie di truffe, selezionando i possibili prestanome da poter utilizzare per l’accensione di finanziamenti e indirizzandoli - scrivono i giudici - alla coppia Bellone-Brambilla, suoi referenti diretti, nonchè individuando i potenziali venditori di immobili che, ubicati in piccoli centri dell’entroterra e in stato fatiscente, risultavano idonei a essere oggetto delle operazioni illecite». Nel corso dell’istruttoria delle pratiche per i finanziamenti, Perciante «manteneva i contatti sia con il venditore dell’immobile, sia con la testa di legno da lui individuata, accompagnando quest’ultima ai vari appuntamenti presso le banche o il notaio». In un’occasione avrebbe anche accompagnato il notaio in banca per «sbloccare una situazione di difficoltà». L’ex poliziotto - sempre secondo gli inquirenti - curava anche i rapporti con i professionisti incaricati di redigere le «perizie gonfiate» partecipando personalmente ad alcuni sopralluoghi». Una volta definita la pratica di mutuo, «al pari degli altri (quelli cui viene contestayo il vincolo associativo, ndr), percepiva la sua quota di profitto illecito». Per gli episodi che gli vengono attribuiti, avrebbe incassato poco meno di 40 mila euro. Sempre riguardo a Perciante, è stato erroneamente riportato che nei primi anni Novanta era stato coinvolto in una vicenda di violenza sessuale. In realtà il precedente a suo carico è un altro e di altra natura. Nel 1994 era stato condannato a un anno e 2 mesi di reclusione (patteggiamento della pena) per l’accusa di corruzione e commercio di oggetti con marchio contraffatto. In servizio al posto di frontiera, agevolava l’importazione di false griffes.

A prescindere dall’esito degli interrogatori di garanzia, l’attività di accertamento da parte delle fiamme gialle va avanti. Sotto la lente di ingrandimento è la «copiosa documentazione» raccolta nel corso delle perquisizioni. Particolare interesse sembra rivestire il contenuto informatico dei pc sequestrati nell’abitazione della Brambilla, a Milano. Nei files è stata trovata traccia della maggior parte delle pratiche di finanziamento avviate e portate a termine dall’organizzazione. Al vaglio degli inquirenti anche i movimenti bancari che condurrebbero all’estero e non necessariamente nei cosiddetti paradisi fiscali. L’impressione è che a breve potrebbero registrarsi nuovi sviluppi e che l’indagine sia destinata a superare i confini della provincia di Imperia anche in ordine alle truffe.

14 giugno 2009 | fabio pin
fonte:http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com