martedì 25 maggio 2010

In crescita i raggiri online con una e-mail, oppure via sms sul cellulare.

Nell'era del villaggio globale il boom è quello di strumenti informatici che con un «clic» permettono di raggiungere persone da una parte all'altra del pianeta; ingannevoli «messaggini» sul cellulare che, se gratificati di una risposta, ci fanno piombare in un inferno di spese non autorizzate; o anche una telefonata dal fisso, che però ci può costare un salato prelievo sul conto corrente. L'obiettivo, in un mondo in cui l'accesso all'informazione rappresenta la nuova forma di potere e di ricchezza, sono i nostri dati «sensibili». Una volta entrato in possesso di questi, per il malvivente il gioco è fatto.

Come d'incanto, per lui si aprono le porte del tesoro, cioè dei soldi che abbiamo in banca. Una delle principali tecniche moderne è il pishing, che consiste nell'indurre il «target» a rivelare i numeri della carta di credito, del codice fiscale, le password del conto bancario. Tutto quello che serve, insomma, per ricostruire (o clonare) l'identità della vittima. Uno dei modi più frequenti è l'invio di una e-mail che, apparentemente, proviene da una nota e grande azienda. In genere ti dicono che è assolutamente necessaria una verifica dei tuoi dati. In realtà vogliono impadronirsene.

E, siccome il diavolo si nasconde nei dettagli, è lì che spesso si cela la fregatura. Recentemente, un sistema che usava un sms sul telefonino faceva riferimento alla «Carta SI» con la «i» maiuscola, mentre nei messaggi della società di gestione della credit card la vocale è minuscola. In questo caso, cioè quando si usa un messaggio sul mobile che ci propone di collegarci a un sito, si parla di «smishing». È chiamato «vishing», invece, il trucco basato su una mail con la quale non si chiede di cliccare su un link ma di digitare un numero telefonico. Una volta chiamato, una voce registrata ci invita a fornire i nostri dati. Un altrettanto nuovo e fiorente meccanismo è la falsa proposta di lavoro. Chiunque abbia un computer e un indirizzo mail, sa che in questi ultimi mesi il fenomeno è in crescita.

Dopo un po' di «bla bla» per convincere il pollo che l'offerta è conveniente, si arriva al dunque: «Lei dovà gestire il bonifico dei nostri clienti - spiegano i raggiratori - Se decide di diventare nostro collaboratore, riceverà il 5% di sconto sull'acquisto di un'auto». Lo scopo è far riciclare denaro sporco da utenti puliti, che però così rischiano l'incriminazione per violazione dell'articolo 648-bis del codice penale. E non è finita. Alcuni messaggi telefonici, poi, annunciano la vincita di premi e invitano a contattare costosissimi servizi per adulti. Un sito per appassionati di tatuaggi chiede di registrarsi e accedere così a una banca dati di «modelli» di tatoo dando l'impressione che l'operazione sia gratuita. Invece costa 84 euro. Diffusissimo, per concludere, il «prendi il prestito» e sparisci. Nel 2008 la quota di crediti non restituiti è salita dal 2 al 3% dei prestiti concessi. La metà di questo punto percentuale è attribuita alle truffe di cui sopra. Mezzo punto sembra poco. Ma si parla di 150-200 milioni di euro.
 
Tratto da: http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_esteri/2010/05/24/1162290-nuova_frontiera_della_truffa_violenta_assalto_alla_diligenza_sull_autostrada.shtml?refresh_ce