Solo al secondo posto gli stupri
Intanto però i taxi-rosa fanno flop
Sono i risultati di un questionario realizzato dalla Tavola delle donne sulla violenza e sulla sicurezza in citta’ compilata dalle residenti del Quartiere Porto. Timori di furti e borseggi per il 49%, 45% violenze sessuali a seguire pedinamenti e palpeggi. Il Il 23% invece dichiara di non avere paura di nulla
Bologna, 24 novembre 2008 - La citta’ e’ “troppo buia” e “poco solidale”, e un aumento degli autobus notturni “e’ necessario”. In ogni caso, tra le donne bolognesi e’ piu’ forte la paura dei furti che degli stupri. A dirlo sono i risultati di un questionario realizzato dalla Tavola delle donne sulla violenza e sulla sicurezza in citta’ e distribuito, tra maggio e luglio di quest’anno, agli abitanti del Quartiere Porto. I dati completi dei 93 questionari (anonimi, solo sette uomini hanno partecipato) a cui e’ stata data risposta verranno presentati giovedi’ alle 18, in un incontro pubblico nella sala consiliare del Quartiere.
Una prima anticipazione, pero’, e’ stata fornita nel corso della presentazione dell’iniziativa, oggi a Palazzo D’Accursio.
Nella lista dei pericoli che piu’ spaventano le donne ci sono dunque furti e borseggiamenti, segnalati dal 49% delle intervistate, mentre la paura dello stupro e’ al secondo posto con il 45% delle risposte. Seguono il timore di essere pedinate (21%), di subire palpeggiamenti e molestie verbali. Il 23% invece dichiara di non avere paura di nulla, mentre la maggioranza delle risposte (in particolare delle donne giovani) denuncia una scarsa fiducia nel senso civico e nella solidarieta’ della gente: il 58% delle ragazze dichiara di non avere aspettative in questo senso.
”E’ un fatto anomalo- analizza Maria Grazia Negrini, della Tavola delle donne- ma molto indicativo su come sia cambiato il clima a Bologna”.
Dalle risposte al questionario emerge comunque in modo chiaro che la percezione della violenza sulle donne e’ aumentata.
Alla domanda formulata in modo generico, se negli ultimi anni siano piu’ o meno aumentati i casi di violenza, ben il 71% pensa che siano di piu’ che in passato (il 43% dice che sono molto aumentati), mentre il 23% crede che il livello di violenza sulle donne sia lo stesso degli anni precedenti. La percezione di insicurezza delle donne del Porto diventa pero’ meno netta quando la domanda viene circoscritta al Quartiere: le donne intervistate pensano sempre ad un aumento del fenomeno, ma cresce molto il numero di chi non sa o non risponde (il 37%).
La percezione di insicurezza e’ legata alla scarsa illuminazione, all’assenza di esercizi commerciali aperti in orario serale e alla presenza in strada di alcolisti e tossicodipendenti. Il 61% delle intervistate individua quindi in un aumento dell’attenzione e della solidarieta’ da parte degli altri cittadini una possibile soluzione al problema. Seguono l’aumento dell’illuminazione stradale (42%), le iniziative di sensibilizzazione nelle scuole (40%), una maggiore presenza degli autobus in orari notturni (35%) e delle forze dell’ordine in strada (27%).
Nonostante la paura, le donne che hanno risposto al questionario dicono comunque di spostarsi molto, anche di sera e piu’ che altro a piedi. E cosi’ salta fuori che la strategia piu’ diffusa e’ quella di camminare con il cellulare e le chiavi di casa in mano, di evitare portici e strade buie, di camminare a passo svelto e senza guardare in faccia a nessuno.
La Tavola delle donne sara’ in piazza Maggiore domani alle 16.30 insieme a tutte le associazioni, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza alle donne.
Mercoledi’ mattina, alle 10.30, verra’ invece inaugurata una mostra, nella Biblioteca Borges del Quartiere Porto, con gli elaborati prodotti da quattro classi delle Fioravanti e delle Aldrovandi, che sono state coinvolti in un progetto di sensibilizzazione sulla violenza alle donne (in particolare sugli stereotipi e sulla rappresentazione mediatica del fenomeno) da parte delle associazioni Comunicattive e Etichette stupide. Si tratta, spiega Sergio Palmieri, presidente del Quartiere, della tappa conclusiva di “un lavoro avviato circa tre anni fa su progetti diversi: i corsi di autodifesa, le interviste sul territorio e il coinvolgimento delle scuole”. La speranza e’ che “un segno sia stato lasciato”, perche’ la sensibilizzazione sulla violenza alle donne e’ “un tema soprattutto culturale- afferma Palmieri- e’ necessario infondere rispetto e attenzione nei giovani, anche per combattere l’indifferenza”.
fonte:ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com