venerdì 27 febbraio 2009

Finto agente delle tasse truffa i commercianti



"Sono di Equitalia", e riscuote tributi inesistenti
di Paolo G. Brera
Cercasi finto agente delle tasse, per metterlo in manette: da tre giorni si dà da fare tra Appio e Tuscolano, prende di mira i commercianti e riscuote gabelle inesistenti con la stessa faccia tosta con cui Totò vendeva la fontana di Trevi. Ieri mattina ci ha provato con una gioielleria: «Si è presentato dicendo che era un messo di Equitalia Roma Spa, che non esiste per niente», spiega Equitalia-Gerit, la società incaricata delle riscossioni a Roma.

Il metodo è semplice: si presenta con un foglio in mano, un "estratto di ruolo" falso, artefatto apposta per giustificare la riscossione, mostrando codici di tributo inesistenti e confidando nella inevitabile confusione con una cartella esattoriale vera, in cui comunque ci vuole molta pazienza e buona volontà per capirci qualcosa. In buona parodia della realtà, sfoggiando un perfetto burocratese puro ha provato a convincere il gioielliere a versare seduta stante i duecento euro di una fantomatica tassa, ma gli è andata male. Annusata l´irritualità della situazione, il gioielliere si è fidato dell´intuito e ha preso tempo, senza versare nulla. Poco dopo, congedato il finto "messo" ha chiamato il call center di Equitalia, chiedendo spiegazioni e scoprendo di aver subito un tentativo di truffa.

Non è la prima volta: martedì il call center aveva ricevuto un´altra segnalazione, la prima, proveniente da un esercizio commerciale. Stesse modalità, spiega Gerit: «Entrambe le volte una persona si è presentata dicendo che era un messo - spiega la società pubblica delle riscossioni - e doveva riscuotere tributi per conto di questa Equitalia Roma Spa che non esiste. I negozianti ci hanno contattato perché si sono accorti che qualcosa che non andava. Per esempio non era stato esibito alcun cartellino. In entrambi i casi pretendeva circa 200 euro per vari tributi giustificati da un estratto di ruolo falso.

Il "messo" è «un giovane in borghese», e potrebbe già aver riempito di tasse molti negozianti romani meno scrupolosi nel difendersi. «Pur con un apparente linguaggio burocratico - avvisa Equitalia-Gerit in una nota - la richiesta di pagamento è sicuramente identificabile come tentativo di truffa, in quanto non esiste Equitalia Roma Spa, e l´agente autorizzato alla riscossione dei tributi nella provincia di Roma è Equitalia-Gerit».

Una ben labile traccia per accorgersi della fregatura. Più semplice confidare in un´altra risorsa: «In nessun caso gli agenti della riscossione - spiega ancora Gerit - inviano messi notificatori per il pagamento di tributi. Il loro esclusivo compito è notificare la cartella di pagamento. Inoltre, il personale è munito di tesserino di riconoscimento, che va esibito». In caso di dubbio, meglio chiamare la polizia.

Siete stati vittime di truffe e raggiri? Raccontate le vostre storie, condividete i vostri consigli per non cadere nelle trappole degli impostori

fonte:roma.repubblica.it