Alcune sono vip, come Ambra Angiolini o Federica Fontana. Molte invece sono normali. E sono oltre diecimila le mamme italiane che ogni anno decidono di conservare a pagamento le staminali del figlio neonato. Sulla speranza delle staminali, nuova frontiera della medicina, sta nascendo una moda, un business e anche, ovviamente, truffe. Basta un giro su internet per trovare decine di «Cordon Blood Bank» che offrono servizi di ogni genere. Molte sono serie. Altre un po’ meno. In Italia sono proibite (si rischiano multe e anche tre anni di galera). All'estero la conservazione autologa (per se stessi e famigliari) è invece legale.
L'ex ministro Sirchia è uno dei più veementi nel denunciare il fenomeno. «La conservazione autologa è eticamente discutibile. Costa cara e promette cure che, in alcuni casi, sono al momento scientificamente impossibili. Per questo, quando ero ministro, l'avevo vietata con un'ordinanza. Sono stato, accusato di fascismo e talibanismo, ma per me illudere la gente è un reato. Bisognerebbe invece incentivare la donazione solidaristica, gratuita, utilissima. Le mamme vip che scelgono l’autologa, pur inconsapevolmente, rischiano di diffondere falsi messaggi».
Nel mondo esistono 100 banche pubbliche. In Italia, 18, tutte con ottimi livelli di qualità. Il problema è che i cordoni sono ancora pochi, 20-25mila, su 560mila parti all’anno. Intanto alcune banche private italiane lanciano un appello al governo per chiedere la fine dei divieti e poter operare in legalità e trasparenza. Anche perché il proibizionismo, il muro contro muro di privato e pubblico, rischia solo di alimentare il Far West. Ne è convinta anche Gloria Pravatà, responsabile comunicazione del Centro nazionale sangue e consigliere dell'onlus Adisco (Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale), auspica invece maggiore buon senso. «La medicina ci dice che è più utile la conservazione allogenica. Ma se una famiglia decide lo stesso di fare una specie di assicurazione sulla vita del figliolo non glielo si può impedire. Se questo bisogno c'è bisogna prenderne atto e aprire ai privati, naturalmente con la massima severità sui controlli».
fonte:www.lastampa.it