sabato 16 agosto 2008

Attenti, ora c'è il furto d'identità

(red.) Non bastavano i furti d’auto e quelli in casa, c’è un nuovo rischio che minaccia i cittadini "normali", quelli che cercano di rispettare le leggi e pagano le tasse. Si tratta del furto d’identità, un nuovo sistema utilizzato dai moderni truffatori, che quando s’impossessano dei dati sensibili riferiti a una persona realmente esistente (in certi casi facilmente recuperabili da internet e altre fonti), acquistano oggetti e compiono operazioni finanziarie di vario genere spacciandosi per l’inconsapevole "derubato".
L’ha scoperto a proprie spese un manager dell'acciaio, al quale un truffatore bresciano si è sostituito. Gli ha sottratto l’identità completa fatta di tutti i dati anagrafici: residenza, stato di famiglia, codice fiscale, numeri di telefono, occupazione. E così ha portato a termine una serie impressionante d’imbrogli in Lombardia e in Emilia Romagna.
La vittima è un dirigente d’azienda del gruppo siderurgico Arvedi di Cremona: ha 45 anni e abita a Castelvetro Piacentino. L’imbroglione è un 48enne triestino residente a Brescia.
Nell’avere in mano i dati del dirigente, il truffatore ha aperto a suo nome un conto corrente bancario in provincia di Treviso e ha cominciato a fare acquisti ricorrendo al credito. Ha comprato di tutto intestandolo all'involontario prestanome: dai telefoni cellulari di ultima generazione a una Bmw X5 da 80 mila euro. Quando gli sono arrivati a casa i primi conti da pagare, il dirigente s’è accorto di essere vittima di una truffa e ha denunciato il fatto ai carabinieri.
Ma non è stato facile risalire alla vera identità dell’imbroglione: i militari hanno dovuto seguirne le tracce negozio per negozio, finché è stata trovata la fotocopia di un documento con l’indirizzo della vittima ma con la foto del truffatore. Era solo il primo passo. Il triestino è stato incastrato da un’inspiegabile leggerezza: con un cellulare comprato a Brescia e intestato al dirigente ha chiamato la madre (la sua, quella vera) e i tabulati della scheda telefonica lo hanno smascherato scoprendone la vera identità.
Ora è stato denunciato a piede libero per furto d’identità, sostituzione di persona, truffa aggravata, uso di atto falso, contraffazione di documenti.
Ma al dirigente resterà qualche gatta da pelare per spiegare all’ottusa buocrazia che non è lui il debitore insolvente di carte di credito e finanziarie varie.