martedì 19 agosto 2008

La truffa non va in vacanza

La truffa non va in vacanza
ecco tutte le insidie per i turisti


La truffa non va in vacanza ecco tutte le insidie per i turisti
ROMA - Le cattive abitudini non vanno in vacanza, e neanche le truffe. Così per il turista, italiano o straniero, è una gimkana quotidiana, con occhio vigile e riflessi pronti, per evitare trappole, imbrogli e salassi. Dall'aeroporto al bar, dal parrucchiere al ristorante sino all'artigiano che dovrebbe aggiustarti il frigo o la luce rotta nella casa al mare, Altroconsumo e Codacons hanno raccolto un chilometrico cahier de doléances. Di cui il panino siciliano venduto a 10 euro è solo un episodio.

Ogni fine estate infatti sono più di 20 mila le denunce che riguardano vacanze andate a male tra promesse non mantenute, cataloghi bugiardi, ville che si rivelano monolocali, aerei mai partiti, agenzie che scompaiono una volta incassati i soldi, villaggi da sogno ancora in costruzione. Con un unico leitmotiv: bar e ristoranti hanno troppo spesso prezzi raddoppiati per i forestieri, i parrucchieri nei lidi di vacanza applicano tariffe per i clienti abituali e conti maggiorati per i turisti, spesso oggetto di vere e proprie truffe.

Eccole in ordine. A, come agenzia fantasma perché i disagi scattano prima del viaggio. A Milano centinaia di persone dopo aver comprato un biglietto aereo per le Filippine a 500 euro, si sono infatti trovati soltanto con un'inutile prenotazione. Visto che l'agenzia ha chiuso i battenti lasciando solo un laconico cartello sul vetro. E se l'agenzia scompare, c'è anche chi si affitta casa altrui via Internet come un signore che aveva piazzato lo stesso alloggio a Formentera a quattro famiglie diverse è stato bloccato dalla polizia postale prima che tutti facessero i bagagli per ritrovarsi a dormire all'addiaccio.

Storie di quotidiano inganno finite spesso con denunce e arresti. Come a Roma, dove per l'ennesima volta i carabinieri hanno scoperto quaranta tassisti abusivi che chiedevano 130 euro ai viaggiatori in arrivo all'aeroporto di Fiumicino per portarli in centro, quando la tariffa fissa massima è di quaranta.

Anche chi preferisce guidare direttamente incappa in costosi trabocchetti: due famiglie di turisti tedeschi e francesi a Firenze si sono viste chiedere da parcheggiatori abusivi 20 e 30 euro per posteggiare la loro auto, con tanto di ricevuta. Coi vaporetti non va meglio: erano dipendenti infedeli i cinque bigliettai veneziani che, abbindolando i passeggeri appena scesi dal treno, gli vendevano a prezzo triplicato la corsa sul canale e si intascavano la differenza.

E se una volta giunti a destinazione schivando tassisti abusivi, parcheggiatori disonesti e bigliettai truffatori, ci si getta affamati sul cibo, occhio ai listini. "In molte città ci sono proprio due prezzi distinti, anche se non è scritto. A residenti e clienti abituali viene applicato un prezzo, maggiorato per il turista italiano e decisamente salato per gli stranieri. E accade sia per il classico caffè con cornetto, sia per la pizza o una messa in piega dal parrucchiere", dice Marco Donzelli, presidente del Codacons.

Dieci euro per caffè e piadina in corso Matteotti a pochi passi dal Duomo di Milano, segnala Altroconsumo, mentre Venezia ha il record con la denuncia di una coppia di tedeschi con un conto da 500 euro per una cena a piazza San Marco. "Qui è proprio una questione di mentalità: se i mezzi pubblici costano di più per i turisti, come può un ristoratore non sentirsi autorizzato a far lievitare i prezzi per i forestieri? E così a un veneziano la pizza costa 15 euro, trenta a un viaggiatore e, se straniero, è ancor più tartassato", commenta l'avvocato Franco Conte del Codacons, raccontando di 150 denunce e segnalazioni a fine stagione per prezzi esorbitanti di bar e ristoranti sui canali.

Ma anche chi ha deciso di rimanere a casa per risparmiare sulla vacanza, può diventare vittima di un salasso estivo. Salta la luce, il rubinetto perde e l'artigiano di fiducia è in ferie. E chi arriva con un servizio di pronta emergenza, dicono le associazioni che difendono i consumatori, "spesso se ne approfitta in maniera indecente". Lo testimoniano le denunce raccolte dal Codacons: c'è chi ha sborsato mille euro per un lavandino otturato, 1.600 per cambiare la presa, ottocento per pulire il tubo della lavatrice e cinquecento per una tapparella rotta.

di CATERINA PASOLINI

Da:www.repubblica.it