martedì 2 dicembre 2008

"È malato, fa truffe a raffica su Internet"

HA INGANNATO DECINE DI PERSONE, LO PSICHIATRA LO "ASSOLVE" PER CLEPTOMANIA E LUI SI SCUSA: "MI DISPIACE, NON RIESCO A TRATTENERMI"


Sarah Martinenghi
Finora il giovane torinese è stato condannato a 8 mesi Incombono su di lui oltre 50 denunce
 
«Mi dispiace, ma non posso farne a meno». Ha risposto così, quando è stato interrogato sul perché facesse così tante truffe su Internet, Andrea P., un torinese di 26 anni accusato dal pm Laura Ruffino di aver messo a segno decine e decine di «colpi» vendendo o comprando con l´inganno su siti come e.Bay. La sua, quella di truffare la gente tramite il computer, è però una vera e propria patologia, così come la cleptomania, talmente rara però che quando Annibale Crosignani, lo psichiatra incaricato dal giudice di valutare le sue condizioni mentali, lo ha visitato, ha detto: «Un caso così non mi era proprio mai capitato». 
Il giovane non mentiva quando con candore, in sede d´interrogatorio, aveva dichiarato di non riuscire a trattenersi, visto che proprio per questo motivo è stato dichiarato parzialmente incapace di intendere e di volere. Sinora è stato condannato una sola volta, a otto mesi di reclusione. Ma in procura continuano ad accumularsi le denunce che lo riguardano, oltre una cinquantina di diversi episodi, tanto che ogni anno è necessario accorpare più procedimenti, così come è successo per le oltre trenta truffe che vanno dal 2005 al 2007 e che saranno giudicate il 3 marzo davanti al giudice Daniela Colpo. A sostenere l´accusa in aula ci sarà il vice procuratore onorario Ferdinando Brizzi, che sostituirà il pm Ruffino.
«Sto seduto ore e ore davanti al computer, navigo su Internet e non riesco a trattenermi» aveva dichiarato il giovane. E la sua modalità di truffa era più o meno sempre la stessa: girava di sito in sito, guardando gli annunci e mettendoli a sua volta. Biciclette, palmari, cellulari, navigatori satellitari. Qualsiasi cosa attirasse la sua attenzione: poteva averla in modo semplice e senza sborsare un quattrino. Gli bastava presentarsi con un falso nome (spesso utilizzando quello di qualcuno all´oscuro di tutto), e crearsi un apposito indirizzo e-mail. Una volta era riuscito persino a spacciarsi per carabiniere, giusto per darsi un po´ più di credibilità. Attirava nella sua trappola gente di tutta Italia. In alcuni casi si faceva spedire la merce che gli interessava, sostenendo di averla pagata con bonifico bancario, in altri garantiva la spedizione, mettendo lui in vendita, ad esempio, ultimi modelli di cellulare, e intascando i soldi senza in realtà inviare quanto stabilito. Nonostante sia stato scoperto, secondo gli inquirenti, P. continua a truffare la gente. Ultimamente inoltre avrebbe cambiato modus operandi, puntando in alto, a beni più preziosi e non accontentandosi più di 400 o 500 euro a «colpo».
fonte:espresso.repubblica.it