Indirizzata a tutti gli utenti che hanno guadagnato migliaia di euro vendendo (senza pagare le tasse) gli oggetti più disparati, l’e-mail conteneva un avviso del sito d’aste tutt’altro che rassicurante: «eBay ha ricevuto dalla Guardia di Finanza una richiesta di informazioni relativamente agli utenti residenti in Italia a cui eBay, dal 2004 al 2007, ha emesso fatture annue superiori a 1.000 euro. E che hanno venduto cinque o più oggetti nel corso di anno». Poco più in basso venivano elencati tutti i dati che eBay ha girato, facendo la classica “soffiata”, alla Guardia di Finanza: nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, codice fiscale.
C’è da immaginarsi la faccia di chi - con la coscienza più o meno pulita - ha scaricato la posta elettronica e al posto del messaggio dell’amico o del collega si è visto recapitare una specie di bomba atomica. Sulla Rete è già cominciato il tam-tam.
I commenti vanno dal tono vagamente preoccupato di chi ricorda di aver svuotato la cantina vendendo un paio di mobili, a quelli allarmati di chi ammette di aver condotto traffici illeciti. Quando la cantina che svuoti non è quella del nonno ma degli Uffizi, lo dovresti mettere in conto. Il web sarà anche sfuggente, ma non garantisce l’anonimato. E ora la caccia all’evasore è aperta.
La paura di finire nel setaccio della Guardia di Finanza sta contagiando un po’ tutti. In realtà le maglie saranno più larghe di quanto non faccia presagire l’e-mail incriminata. I mille euro di fatturazione non corrispondono a mille euro di guadagni per l’utente. Un equivoco non da poco per i meno esperti: eBay prende oltre il 7% di commissione su ogni vendita. Questo fa salire la soglia di tolleranza a circa 13.000 euro. Chi, negli ultimi quattro anni, ha superato questa soglia (e ha venduto almeno cinque prodotti) ha di che preoccuparsi. Gli altri decisamente meno. Nei forum di discussione c’è già chi accusa il governo di attaccarsi a tutto pur di raggranellare qualche euro in tempi di crisi, altri ancora suggeriscono di andare a cercare altrove i veri delinquenti: «stupratori e bancarottieri». Ma le cose stanno diversamente: eBay concede la possibilità di registrarsi come attività commerciale e fatturare così cifre più alte. Chi non sceglie questa strada si registra non come professionista ma come amatore, venditore occasionale: il fatto è che bisognerebbe rimanere tali. Non tutti lo fanno. E la Rete, che per anni è stata una prateria su cui poter scorrazzare a piacimento, ha permesso il proliferare di azioni più o meno illegali. Quel che si cerca di fare, una volta conosciuto meglio lo strumento Internet, è mettere dei paletti. «Quando pensiamo a eBay dobbiamo immaginarci un mercato virtuale del tutto simile a quelli che vediamo nelle nostre piazze - ha spiegato ieri al Secolo XIX un esperto d’informatica e diritto tributario - L’ambulante col banchetto ha il dovere di lasciare lo scontrino a chi compra, lo stesso deve accadere a chi il proprio banchetto lo mette (o lo fa mettere) in mostra sul web». Insomma, se si somma il comportamento di eBay e di alcuni suoi utenti, qualcosa non quadra. «Perché è normale e giusto che la persona che vuole liberarsi di due auto o - una tantum - di qualche oggetto di valore e sceglie come mezzo di vendita internet, possa farlo senza temere nulla», spiega l’esperto. Diverso è quando le auto diventano dieci o venti, e magari tutte della stessa marca, stesso modello. Ed è un discorso che vale per i mobili, gli orologi, teoricamente per tutto. «Quando il processo di cessione dei prodotti diventa un fatto sistematico, evidentemente lì c’è qualcosa che non quadra, e diventa giusto insospettirsi, indagare», insiste l’esperto. D’altronde, i sospetti delle Fiamme Gialle sembrano ben più di un capriccio. Come scrive la stessa associazione italiana utenti di eBay (Aice), quelli della Guardia di Finanza saranno «accertamenti atti a smascherare attività commerciali non dichiarate “fatte in casa” con reddito superiore al consentito ed evasione totale». «Un fenomeno diffuso e che abbiamo già segnalato ai venditori», spiega l’Aice in un comunicato. La stessa associazione ha però diramato una lettera in cui si chiede maggiore trasparenza a eBay, chiedendo «la pubblicazione sul sito della sede effettiva di eBay Italia, dei nominativi dei funzionari e dipendenti nonché del loro ruolo. Questa trasparenza è indispensabile per un sito che cerca di palleggiare le responsabilità tra California e Svizzera, ma gioca in casa a Milano. Un sito che “inghiotte” milioni di dati personali e non dice neppure dove sta». Ieri, intanto, è stata scoperta l’ultima truffa che ha come sfondo eBay, messa in atto da un uomo di Gorizia che aveva aperto una rivendita abusiva di cellulari, nascondendo al Fisco guadagni per 600 mila euro. Denunciato, l’uomo era riuscito a concludere sul sito internet di e-commerce oltre 26 mila transazioni di materiale non denunciato in Dogana. Non risultava aver dichiarato alcun reddito, manteneva un tenore di vita elevato e aveva recentemente acquistato un’auto di lusso da 41.550 euro e una casa da 110 mila euro. Le Fiamme gialle lo hanno seguito e hanno scoperto che spediva in diversi uffici postali numerosi pacchi e aveva fissato nell’abitazione di un’anziana parente la sede dell’attività. Chissà se quella e-mail, lui, l’ha mai ricevuta.
Roberto Scarcella
fonte:ilsecoloxix.ilsole24ore.com