sabato 11 aprile 2009

Truffe via internet,120 carte di credito clonate


I bancari avvisano: massima attenzione mentre si effettuano acquisti in rete

NUORO. I maghi della truffa online sono sempre in agguato. L’e-commerce è una tentazione per molti. Gli acquisti in rete, oggi, sono sempre più frequenti e lo shopping “virtuale” è praticato oramai dalla maggioranza dei cittadini. Le insidie, però, sono dietro l’angolo. Se da una parte questa opzione di acquisto può rivelarsi agevole e persino conveniente, dall’altra il rischio incombe. Il quadro arriva dalla polizia postale di Nuoro: nel 2008 sono state centoventi le denunce inoltrate alle forze dell’ordine per clonazione della carta di credito. «Un numero abbastanza importante - spiegano - se pensiamo che si riferisce al territorio del Nuorese, non vastissimo». I cittadini fanno le loro compere online ese intercettati dagli hacker, vanno incontro a delle spiacevoli sorprese. Ossia: il conto in banca cala misteriosamente e, soprattutto, per colpa di operazioni che il titolare della carta non ha mai eseguito. «Ai primi di febbraio - racconta un giovane nuorese - ho ricevuto una chiamata dal centro sicurezza della mia banca. Mi chiedevano se per caso avessi utilizzato la carta di credito per acquistare dei biglietti Trenitalia. Chiaramente non lo avevo fatto». Eppure alla banca risultava il contrario. In un solo giorno erano stati addebitati sul conto in questione 1368 euro. Utilizzati per comprare, nel giro di poche ore, biglietti per lunghe tratte ferroviarie. «In un ridotto spazio temporale - racconta il cittadino - erano stati acquistati ticket da 180 e 95 euro». Avvisato in tempo reale dal centro sicurezza dell’istituto, che nel frattempo aveva bloccato la carta, l’uomo ha avviato il procedimento di rito: il disconoscimento di quelle operazioni e la relativa denuncia alla polizia postale. «E ora aspetto che quei soldi mi vengano restituiti». In provincia casi come questo, a quanto pare, non sono poi così rari. Lo conferma anche Salvatore Daga, funzionario di Banca Intesa. «Le truffe da clonazione di carta di credito sono aumentate anche nel nostro istituto. Negli ultimi mesi ci sono stati tre casi. Il rischio esiste soprattutto quando si fanno acquisti via internet. Ma una cosa è certa: chi commette questo genere di truffe è un mago dell’informatica». Spesso, addirittura, si tratta di vere e proprie bande, anche di stranieri, con tanto di laurea in Ingegneria e Informatica. «Le 120 carte del Nuorese - spiega a proposito la polizia postale barbaricina - sono state clonate per lo più all’estero. Qualcuna anche in altre regioni d’Italia. Si tratta di vere e proprie organizzazioni, per questo le indagini sono complesse e richiedono tempi molto lunghi». «La banca - spiega Daga - blocca il tentativo di truffa quasi subito. Contatta il cliente, accerta che effettivamente quelle operazioni non gli appartengano e si richiede la denuncia all’autorità competente». Le soluzioni per non incappare in questi sgradevoli imprevisti ci sono e si chiamano carte prepagate o carte virtuali. «C’è il sito “moneta online” - aggiunge il funzionario nuorese - che propone le cosiddette carte virtuali. In sostanza, quando si fa un acquisto in rete si utilizza una carta con l’importo necessario per effettuare solo quella spesa. Dunque, se viene clonata, la cifra prelevata sarà minima. Stessa cosa vale per le prepagate». La tecnologia della truffa on line, però, si aggiorna continuamente. «Il reato più in voga - dice Salvatore Daga - è il phishing. Si tratta di mail fasulle che vengono spedite al cliente e che invitano a controllare il proprio conto. La mail in realtà dialoga con un server diverso da quello della banca. È sufficiente che il cliente digiti il codice e l’hacker agisce». Da qui il monito: «Un istituto di credito - mette in guardia il funzionario - non invierà mai eventuali comunicazioni attraverso internet». Diffidare, quindi, da quelle mail che arrivano ogni tanto e che hanno come mittente il nome della Banca dove ognuno di noi custodisce il proprio gruzzoletto di denaro. Anche perché, in questi casi, essendoci una responsabilità del cliente che incoscientemente ha aperto la mail e ne ha persino seguito le istruzioni, la somma prelevata potrebbe non esser mai più risarcita.

di Nadia Cossu
fonte:espresso.repubblica.it